Consigli di viaggio: cosa fare e mangiare a Palermo

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Consigli di viaggio: cosa fare e mangiare a Palermo

Palermo, capitale italiana della cultura 2018, è un mondo nel mondo,  dove il mescolarsi di differenze ha creato una delle realtà artistiche, culturali e gastronomiche più belle che conosca. Città che di notte diventa tutta oro e al mattino profuma di sfincione caldo e “gioia mia”.

Dove palme altissime giocano coi raggi del sole e tutti i colori si mescolano per colorare carretti che cullano ceste di agrumi. Città che voglio raccontarti attraverso questo breve tour con consigli su cosa fare, cosa vedere e, come sempre, cosa mangiare.

palermo cosa vedere Valentina Scannapieco

Un trucco per orientarsi a Palermo

Se vuoi orientarti subito a Palermo, il trucco è raggiungere i Quattro Canti, il cuore del centro storico, le 4 facciate che abbracciano piazza Villena, incrocio delle principali strade della città (Via Maqueda e il Cassaro) che dividono Palermo in 4 parti.

I Quattro Canti son chiamati anche teatro del sole,  pare, infatti, che la grande stella, di giorno, ne illumini sempre uno dei 4. Mi son divertita a guardarli col naso all’insù girando su me stessa. Ho giocato a immaginare quante storie quelle statue di santi e re, lì ferme da mattina a sera, avran mai potuto veder passare da lì.

Street food palermitano e non solo

Palermo è per il 90% cibo. Tu vedi palazzi, fontane e chiese? Non lasciarti ingannare, sono commestibili come la casa della strega di Hänsel e Gretel. Quindi assaggia tutto ciò che c’è da assaggiare.

Assaggia i cannoli  e poi dimmi quale versione preferisci: con le scaglie di cioccolato o senza, con la ricotta più granulosa o più liscia e setosa, con capelli d’angelo o ciliegie candite.

Mordi l’Iris fritta (credo sia diventata uno dei miei dolci preferiti), bombolone ripieno di ricotta, cioccolato e, a volte, pezzetti di pistacchio. Non è molto conosciuto, ma, come diceva Boris Giuliano in “La mafia uccide solo d’estate”,  non  esiste palermitano che non conosca le iris con la ricotta (lui le preferiva al forno), e noi oggi siamo un po’ palermitani, quindi assaggia!

Se “La strana coppia” è il tuo film preferito amerai la pasta con le sarde e finocchietto (me la sogno di notte).

Poi, innamorati dello sfincione come ho fatto io (buono assai quello del Bar Santoro in Piazza dell’indipendenza). Così soffice, a metà tra focaccia e pizza, e così saporito e farcito di argomenti quali concentrato di pomodoro, cipolla, alici, caciocavallo, origano e mollica di pane. Impossibile non amarlo.

Mordi le panelle – frittelle di farina di ceci e prezzemolo – e gusta piano la frutta di Martorana –ossia dolce riproduzione della frutta, fatta con un impasto di farina di mandorle, zucchero e acqua. Pare che l’idea sia nata dall’esigenza di abbellire gli alberi spogli del giardino della c.d. Martorana (chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio) che battezza il dolce.

I mercati di Palermo e le arancine

Se, invece, sei coraggioso, vieni con me all’ingresso del mercato U Capo e mangia il panino con la frittola sotto Porta Carini.

frittola_palermo_mercati Valentina Scannapieco

Poi entriamo e tuffiamoci tra i colori e i sapori del mercato di Ballarò, dove ci sono 50 sfumature di rosso pomodoro, viola melanzana, e poi…troppa roba per raccontartela, devi viverla.

E ancora, assaggia le arancine, “fimmine fimmine”. Te le proporranno in mille gusti. Tu, però, assaggia accarne – tonda e ripiena di ragù di carne – e abburro – dalla forma più allungata, ripiena di mozzarella, besciamella e prosciutto. Cinzia, la bravissima e simpaticissima guida del tour prenotato su Musement, tra i tanti aneddoti, mi ha raccontato che il 13 dicembre, Santa Lucia, è il giorno delle arancine e pare si faccia quasi a gara a chi ne prepara e mangia di più.

Se, invece, cerchi qualcosa di salutare e vegano, ti consiglio Flower Burger, un posto in cui nascono i fiori anche nei panini. Panini che diventano “rrrosa” quasi a strizzar l’occhio a Santa Rosalia, patrona di Palermo, lei che le rose le porta tra i capelli e tra le strade della città.

Palermo Flower burger Valentina Scannapieco Occhi Ovunque
Cherry bomb – panino rosa con estratto di ciliegia.

Palermo e i monumenti del cuore.

Dopo tutto questo cibo, che ne dici di bruciare un po’ di calorie saltando sulle impronte vivaci di fenici, romani, arabi, normanni, bizantini e spagnoli? Sì, la bellezza di Palermo è proprio fatta di mescola-menti (anche di questi ti parlerò nel mio prossimo libro, ah mi raccomando esce il prossimo 15 novembre).

Perditi tra i mille dettagli della Cattedrale, che diventa magica di notte baciata dalla luna. Lasciati prendere dall’abbraccio arabo-normanno che ha dato vita a luoghi magici di cupole e mosaici come la Chiesa di San Cataldo (la mia preferita), la Cappella Palatina del palazzo reale, la cattedrale di Monreale (puoi raggiungerla con l’autobus 389 da Piazza Indipendenza) e la Mortorana, realtà uniche entrate nella lista dell’Unesco come patrimonio dell’Umanità per il loro «sincretismo culturale».

Palermo Martorana e Monreale
Ingresso de La Martorana e Chiostro di Monreale.

Poi, mi sono innamorata di Piazza Pretoria e della “fontana della vergogna” (giuro che tra gli animali-statua che la compongono c’è anche un unicorno), del teatro Massimo e dello spirito dispettoso di una monachella che fa inciampare i curiosi sulle scale d’ingresso, e infine della Porta Nuova che ti guarda col silenzio di chi ha troppo da dirti e non sa da dove cominciare. A me ha sussurrato di andare a vedere le catacombe dei cappuccini (avete mica paura?). Palermo piazza vergogna

Carini, la baronessa e il museo dei pupi MOPS.

Nel tuo itinerario palermitano non possono mancare i pupi, le storie di Carlo Magno e dei suoi paladini. Scoprendo le loro personalità, sceglierai il tuo preferito in cui rivedrai un po’ te stesso. Io ho sposato subito Organtino, diverso dagli altri cavalieri e figlio del buon mago Malagigi. Poi mi sono così immersa nel tour esperienziale con Angelo Sicilia, direttore del Museo dei pupi antimafia, che alla fine avevo voglia di parlare un po’ con ogni marionetta. Non solo coi cavalieri, le sirene e i draghi, ma anche con le grandi anime di Peppino Impastato, Pio La torre e di Padre Pino Puglisi, che Angelo narra ai più piccoli, e non solo, attraverso l’opera dei pupi: un Sicilia (Angelo) che narra una parte di Sicilia con un pezzo di Sicilia (i pupi).

Ti racconto quest’esperienza con un velo di magia e commozione. Sarà che il museo è al castello di Carini, in cui scorrono energie senza tempo e il fantasma buono della baronessa rende tutto più morbido, oppure che Angelo con la sua conoscenza elegante e viva, ci ha catapultato in una dimensione consapevole e romantica che ispira.

Beh, ora è tempo di capire cosa ci è successo a Palermo, come ci ha cambiati e cosa porteremo con noi (per capirlo guardate il video-dettaglio di una parte di questo viaggio).

Valentina & Occhi Ovunque.

VALENTINA SCANNAPIECO
va.scaneco@gmail.com

Illustratrice, consulente di marketing, scrittrice di racconti per bambini e appassionata di viaggi e cucina (fatata).