Il Femminiello: chi è la dualità sacra di Napoli?

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Il Femminiello: chi è la dualità sacra di Napoli?

Oggi torniamo nella mistica Napoli per scoprire il femminiello, figura, quasi sacra, della cultura tradizionale popolare partenopea a cui sono molto legata.

Se seguite le avventure del Commissario Ricciardi, in onda ogni lunedì in prima serata su Rai 1, vi sarete sicuramente innamorati di Bambinella, femminiello ironico e brillante, creatura dell’autore campano Maurizio De Giovanni, interpretato magistralmente dall’attore (bravo e anche tanto tantoooo bello) Adriano Falivene.

E bene, Bambinella è energia autentica, affascinante, irriverente, esuberante ma anche delicata, che narra un’istituzione di Napoli, quella del femminiello che porta con sé anche un tesoro di teatralità ed estetica.

È un’energia a cui la tradizione ha associato sempre poteri benevoli. Infatti, la presenza del femminiello era prediletta, come balia, al servizio delle famiglie agiate, o durante ritualità come canti sacri e tombolate la c.d. Tombola Vajassa (rivisitazione della classica tombola).

Ma cosa significa femminiello?

Potremmo identificarlo con “l’uomo che veste e vive da donna” (significherebbe qualcosa?) oppure come un transessuale ma, in realtà, il “femminiello” rappresenta una naturale dualità che si porta oltre le etichette di omosessuale, drag queen o transgender.

Pertanto tradurre questa parola, del dialetto napoletano, significherebbe tradirne l’anima, strappandone a morsi quel mix di spiritualità pagana, saggezza partenopea che la caratterizza. Quindi non facciamolo. Lasciamoci solo travolgere dalla loro energia in una ritualità che ha radici nell’antica Grecia.

La storia del femminiello

La (quasi) venerazione del femminiello deriva, infatti, dal culto dell’ermafrodita, figlio della dea della Bellezza e del dio dell’Amore, e quindi sacro in quanto contenente la dualità (parte maschile e femminile) del creato.

Negli anni, quindi il femminiello è stato lustro protagonista di cerimonie e tradizioni religiose come, per esempio, la Candelora, giorno in cui i femminielli salgono al Santuario di Montevergine per glorificare e ringraziare la Madonna durante la “Juta dei Femminielli”. Durante questo giorno si ricorda un episodio avvenuto nel 1256, quando la Madonna (detta Mamma Schiavona), mossa dal sentimento di due amanti omosessuali incatenati sulla montagna e condannati a morte, decise di salvarli con il calore della sua luce.

Il femminiello oggi

Oggi il culto dei femminielli vive lo stesso destino di quasi tutte le ritualità. Un po’ impolverato osserva il frenetico fluire.

I femminielli di oggi (la Tarantina, ai quartieri spagnoli, è sicuramente tra i più famosi) sono uomini più anziani, che custodiscono le tradizioni ma soprattutto sostengono un futuro senza definizioni ed etichette in una città come Napoli che camminava e oggi avanza col vento che ti scompiglia e profuma di libertà. Lo stesso che, mi auguro, possano vivere le nostre sorelle iraniane, il più presto possibile

Ci girano intorno (per approfondire e diversificare)

I film – Mary per sempre  di Marco Risi

La canzone – Chill e nu buon guaglione di Pino Daniele

Il libro – La pelle di Curzio Malaparte

VALENTINA SCANNAPIECO
va.scaneco@gmail.com

Illustratrice, consulente di marketing, scrittrice di racconti per bambini e appassionata di viaggi e cucina (fatata).